Intervistato: Stefano Ansideri Presidente di Umbriafiere
1) AgriUmbria è riuscita nel tempo a conquistarsi un posto, che ormai occupa stabilmente, tra le tre principali fiere nazionali del nostro settore (accanto ad Agrilevante-Bari e Fieragricola-Verona), considerando l’Eima tra le fiere internazionali. In cosa si contraddistingue, secondo lei, il “plus” di AgriUmbria rispetto a fiere che invece sono rimaste locali, o che attualmente stanno perdendo appeal?
Mi piace confermare il lusinghiero giudizio che colloca Agriumbria fra le principali Fiere nazionali del settore Agricolo, conferma avuta durante le ormai numerose visite presso alcuni centri fieristici, all’interno dei quali organizzatori ed espositori hanno unanimemente espresso grande considerazione ed apprezzamento per la nostra manifestazione.
Il “plus” forse va ricercato nella straordinaria, variegata, selezionata partecipazione di gran parte delle eccellenze nazionali di tutti i settori agricoli, le quali attendono la celebrazione di Agriumbria per presentare le loro novità.
Ruolo importante gioca anche la collocazione del nostro centro fieristico, situato al centro dell’Umbria, al centro dell’Italia, facilmente raggiungibile ed inserito in un contesto paesaggistico, storico, culturale, architettonico e turistico, che in pochi possono vantare.
Non ultimo, la calorosa accoglienza e la massima disponibilità degli operatori del quartiere, che riescono a soddisfare le esigenze di chi decide di esporre ad Umbriafiere, consapevoli che riveste grande importanza il modo in cui ci si rapporta con gli espositori e con tutto il mondo di chi, a vario titolo, partecipa agli eventi espositivi.
2) Le potenzialità di crescita di AgriUmbria sono ancora altissime. Negli ultimi anni numerose richieste di partecipazione sono state rifiutate per esubero di domande. Una prospettiva di crescita aperta, che trova tuttavia un limite concreto nella logistica legata allo spazio attualmente disponibile. Ci saranno novità in questo senso?
Lo spazio è stato sempre il problema di Umbriafiere e, quindi, anche di Agriumbria.
Anche quest’anno molte sono state le richieste inevase per la partecipazione alla 54ma edizione, manifestazione che ha un suo particolare fascino, essendo non soltanto evento rivolto e frequentato da addetti ai lavori, ma anche da un pubblico ormai fedele, costituito da scolaresche, studenti e famiglie: da qui la ricerca costante di elementi e funzioni che contribuiscano ad elevare il livello, anche culturale, della Fiera.
Per il prossimo futuro, e questa volta non è soltanto una previsione, per l’auspicato intervento della Regione Umbria, in fase di progettazione, sarà data una nuova veste al centro fieristico, anche con l’inserimento di strutture che meglio possano identificare Umbriafiere come polo polifunzionale dell’intero territorio Umbro, valorizzando ancora di più Agriumbria.
Intervistato: Andrea Borio – Presidente Federacma
- Che valore hanno oggi le fiere locali per un concessionario di macchine agricole?
Sicuramente le fiere locali hanno un impatto che cambia in base alla località/regione in cui si svolgono. Ancora ci sono fiere esclusivamente dedicate alle macchine agricole o all’agricoltura in senso lato, altre che nel tempo si sono trasformate, o in qualche caso sono nate, in fiere campionarie e che contribuiscono a muovere sensibilmente l’economia locale e l’interesse del territorio. Per ricordare un caso estremamente positivo del nostro territorio, non posso che citare come esempio una realtà che conosco direttamente, come la Fiera di Savigliano (CN), una fiera molto interessante. Altre fiere in Italia mantengono buoni livelli di partecipazione e offerta, soprattutto in aree in cui non si svolgono anche fiere internazionali e nazionali (penso ad esempio alla Sicilia). Anche la fiera locale, come il resto del mercato del nostro settore, si è trasformata nei decenni. Oggi la fiera locale non si fa più per “vendere in fiera” o per offrire lo “sconto fiera” che tanti risultati ha portato in termini di fatturato negli anni Settanta e Ottanta. Oggi alla fiera si va per incontrare i propri vecchi clienti, o farsene di nuovi. E’ uno spazio d’incontro. Ma poi la vera trattativa si continuerà a fare in concessionaria o a casa del cliente.
Ormai la maggioranza degli enti organizzatori delle fiere locali hanno capito che è necessario innovare questo tipo di eventi rispetto al passato: prevedendo aree suddivise per categorie di prodotti merceologici e spazi espositivi di “rappresentanza”. In tal modo riescono ad offrire al rivenditore soluzioni che abbiano un costo contenuto anche in termini di organizzazione logistica (trasporti, dipendenti impegnati anche in giorni festivi ecc.). Sono queste le fiere locali che avranno un futuro. Il mercato della chincaglieria per sé stesso, ha una sua validità e ragione di esistere, ma non è più l’evento che il concessionario di macchine agricole tenderà a prediligere nel panorama dell’offerta disponibile.
- Ormai AgriUmbria non può più essere considerata una fiera locale, ma una delle tre fiere del nostro settore di carattere nazionale nel nostro Paese (insieme a Agrilevante e Fieragricola), senza dimenticare l’internazionale Eima. Parliamo di fiere che, pur avendo un respiro nazionale, spesso sono contraddistinte dalla presenza e partecipazione di un gran numero di privati e famiglie. Che “spirito” e aspettative muovono un concessionario di macchine agricole che sceglie di visitare queste fiere nazionali?
AgriUmbria, nata per supportare i rivenditori locali nella promozione e diffusione della propria immagine e dei propri prodotti ha sentito nel tempo la pressione di molti costruttori che vogliono intervenire direttamente, perché i visitatori provengono sicuramente dall’Italia centrale ma anche da aree più lontane. Chi non ha fatto previsioni di acquisto autunnali o invernali, si trova ad inizio campagna agricola a dover fare delle scelte e quindi una fiera all’inizio della primavera diviene un’occasione utile per visitare quelle aziende che possano offrire novità, e che per qualche ragione non si è riusciti a visitare nelle grandi kermesse internazionali.. Il numero di rivenditori in fiera è sempre molto alto, quindi la partecipazione di Federacma costituisce un’occasione sempre più importante per stare vicino ai propri associati, per aggiornarli sulle attività e novità in termini di risultati politici della Federazione, ma anche per continuare a tessere e migliorare le relazioni con la filiera.